Titolo: La lunga notte.
Autore: Cisco (Stefano Bellotti).
Anno: 2006.
Dopo aver abbandonato i Modena City Ramblers a fine 2005 ("è stato un
divorzio consenziente, ma nato da una mia necessità"), Stefano
Bellotti, in arte Cisco, torna alla ribalta col nuovo album intitolato
"La lunga notte". Album che sul piano musicale si discosta parecchio da
quelli ben più vivaci e rockeggianti realizzati in passato assieme ai
Ramblers.
"La lunga notte" è, come lo definisce lo stesso Cisco, "un album crepuscolare, quasi invernale" e che quindi, inizialmente, ci lascia un senso di tristezza e pessimismo, ma poi, fra le tenebre di questa lunga notte, ci accorgiamo che possiamo scorgere un filo di luce, e quindi di speranza in un miglioramento di questa nostra società in cui ci si sente sempre più ingabbiati, come del resto ci dice la traccia numero 4, intitolata, appunto, "Il prigioniero" ("...Quello che dici, quello che pensi, è sotto controllo analizzato. Con chi vai in giro, quello che compri, è stato attentamente catalogato...").
Molto toccante la terza traccia, "A volte", un monito a non dimenticare
gli orrori dei campi di concentramento nazisti, il cui ricordo, una
volta morto l'ultimo dei sopravvissuti ai lager, passerà agli alberi
cresciuti in quei nefasti luoghi, alberi che, essendo stati "testimoni"
di atti di crudeltà inaudita, ormai rimangono indifferenti anche alle
intemperie ("... La pioggia cade fitta e non ci bagna, il vento soffia
forte e non ci asciuga...").
Sempre per rimanere in tema di lotta contro le ingiustizie, ci spostiamo alla traccia 10, la commuovente "Tina", dedicata a Tina Modotti, donna friulana antifascista e militante nel movimento comunista internazionale, emigrata nel Messico degli anni '20. Tina era anche operaia, attrice e fotografa, ma pochi anni dopo la sua scomparsa, datata 5 gennaio 1942, la sua figura di donna libera e laica, in un mondo però ancora reazionario e dal dilagante moralismo, cadde nell'oblio.
Dal Messico in generale, ci spostiamo al Chiapas e al continente sud-americano, terre di lotte e di rivolte, a cui si ispira l'incalzante pezzo intitolato "Latinoamericana", in cui Cisco ci invita a prender parte ad un viaggio virtuale nell'America latina, osservandola però con gli occhi di chi soffre e di chi si batte contro despoti filoamericani.
Le canzoni "Venite a vedere" e "Best", ci riconducono invece all'Europa dei giorni nostri. La prima di queste, ispirata ad un articolo di Luis Sepulveda, ci riporta con la mente al tragico 11 marzo 2004 e alla carneficina che scaturì dall'ignobile attentato terroristico di Madrid, in cui a pedere la vita fu "gente comune, la pura e semplice umanità che cominciava un altro giorno qualunque". "Best" è invece un omaggio a George Best, campione del calcio inglese degli anni '60 (scomparso lo scorso anno), genio e sregolatezza, che nonostante conducesse una vita all'insegna di donne, alcool e motori, era ancora un simbolo del calcio puro e della lelatà sportiva, cose che ormai non appartengono più al football dei giorni nostri.
Quelle appena descritte sono soltanto alcune delle 14 tracce contenute
nell'album, forse sono quelle maggiormente orecchiabili e toccanti, ma
tutte quante sono degne di attenzione e tutte quante ci trasportano
molto dolcemente in questa "lunga notte" nella speranza che qualcosa
cambi.
Anche nelle vesti di solista, il Cisco che ci ha fatto sognare assieme
agli altri Ramblers convince pienamente. Ora non resta che sentirlo dal
vivo nel tour che inizierà a breve.
by Giamma
--> il sito di Cisco.
Ultimi commenti