Bertinotti: «Sono la precarietà e la crisi sociale
le vere insidie alla famiglia, non i Dico».
di Stefania Podda
da Liberazione.it
Le manifestazioni di massa vanno tutte indagate e rispettate, ma penso che questa sia una piazza fuorviante, che non coglie quella che dovrebbe essere la vera agenda politica.
«Preferisco quella che ho visto il primo maggio a Torino, quella era una piazza unitaria. Lì veniva posto un problema di giustizia sociale e sotto quella bandiera poteva sfilare chi crede e chi non crede».Dal Cairo, dove oggi – dopo l’incontro con il presidente egiziano Hosni Mubarak - si concluderà il suo viaggio in Medio Oriente, Fausto Bertinotti accetta infine di parlare di politica italiana. E lo fa partendo ovviamente dal Family Day.
Una questione e una polemica che si presentano con una forte connotazione ideologica che, secondo il presidente della Camera,finisce con l’oscurare quelli che sono i veri bisogni del paese: «Nessuno – esordisce – riuscirà mai a farmi comprendere come la famiglia possa davvero essere minacciata da forme complementari di unione tra persone e dall’accrescimento dei diritti. Se c’è qualcosa che minaccia la famiglia, che la insidia, è questa crisi sociale. E’l’idea di non sapere come fare ad arrivare in fondo al mese, la precarizzazione del lavoro e quindi anche dei rapporti personali. Ecco perché dico che la piazza del primo maggio aveva al proprio centro il vero problema: quello di una redistribuzione del
reddito. Altri tipi di manifestazioni, che non tengono conto di questo fattore, producono ulteriori problemi, rischiano di fissare in una condizione di impedimenti e veti reciproci una società che invece ha bisogno di una spinta al cambiamento».
La famiglia chiamata in piazza, dunque, finisce con il perdere la sua connotazione sociale per
acquistarne una ideologica,in questo caso sbagliata e impropria. Reddito, salario, pensioni, migliori condizioni sociali:sono queste le priorità che investono anche la famiglia. Quanto poi al fatto che i ministri dello stesso governo scelgano piazze diverse, il presidente della Camera non lo vede come un fatto inedito e ricorda la mediazione raggiunta nel programma del centrosinistra. Mediazione che rende strumentale l’offensiva in corso: «In Italia non è sul tavolo l’estensione della nozione di famiglia ad altre forme di convivenza. Quindi la discussione ideologica è mal posta e quella politica è inutile».
Infine, un passaggio sulla riforma delle pensioni. Per lanciare un monito: «La contrapposizione tra
governo e sindacati è pericolosa ed è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno».
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