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LIBRI.
Titolo: Buonanotte signor Lenin.
Autore: Tiziano Terzani.
Prezzo: € 8,60.
Anno: 2004.
Editore: TEA.
Collana: Saggistica TEA.
Terzani è in viaggio lungo il fiume Amur al confine tra URSS e Cina quando viene a conoscenza della caduta dell’impero sovietico, e da buon reporter qual’era decide di intraprendere un viaggio verso Mosca (al fine di documentare meglio l’accaduto) attraversando repubbliche dell’Asia centrale come la Kirghisia, il Tagikistan, il Kazakhstan, ecc.
L’autore, oltre a far notare la stranezza del golpe moscovita nella sua repentinità, nella mancanza di resistenza da parte dei governativi e soprattutto dall’assenza di vittime, ci introduce in una realtà in cui la gente ancora non crede alla caduta del regime, e dopo anni di immobilismo, di grigiore e di terrore, non si azzarda ancora a gridare alla libertà.
Terzani sottolinea anche che come reazione alle tante epurazioni, agli innumerevoli provvedimenti da parte del governo russo atti a far perdere identità alle varie popolazioni dell’Asia centrale e alle varie divisioni territoriali volutamente create fra gli stati musulmani (in modo da scongiurare un fronte compatto anti-Mosca), si formano numerosi movimenti nazionalisti che mirano ad un distacco dal potere russo alla ricerca delle proprie autentiche radici.
L’autore, tuttavia, rimane scettico sui mutamenti realmente portati dal crollo dell’Unione Sovietica, e la cartina di tornasole di tutto ciò è la permanenza alla guida dei vari stati dei soliti sanguinari dittatori che sotto mentite spoglie (quindi non più alla guida di un partito chiamato “comunista” , ma più populisticamente “democratico”) vengono rivotati con percentuali che spesso superano abbondantemente il 90% dei consensi in elezioni farsa che segnano la continuazione di un’altra farsa che per decenni, con violenze fisiche e psicologiche, ha cancellato dalle menti di milioni di persone lo spirito critico e la capacità di pensare. Come in tutti i suoi libri, Terzani si mostra molto critico verso sistemi che mirano alla privazione delle libertà e all’annullamento dell’individuo. Inoltre, bisogna sottolineare come sia stato buon profeta nel dubitare sui reali benefici che negli anni avrebbe portato la caduta del comunismo sovietico. Infatti, oltre a non esserci stata una significativa spaccatura col vecchio stato di regime (Putin insegna), rimane ancora difficile comprendere quali vantaggi possa aver portato ai già sfruttati cittadini dell’ex-URSS la selvaggia liberalizzazione che ha condotto qui capitalisti come americani e giapponesi in cerca di affari e che non garantisce più a nessuno nemmeno una misera razione giornaliera di pane di cui invece, fino a poco tempo prima, ognuno, senza esclusione, poteva disporre.
Buonanotte, quindi, signor Lenin (ormai dimenticata semi-divinità), anche se tuttora non ci si capacita su come un golpe tanto breve quanto insolito sia stato in grado di spazzar via così tanti anni di comunismo e di lotte rivoluzionarie.
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Scritto da: Maillot Espagne 2013 | 23 giugno 2013 a 17:10