Di Giuliano Giuliani
Dopo qualche giorno di apnea è giusto riprendersi e provare a ricominciare. Meglio, cominciare ex novo. Cerco di spiegarmi.
Il disastro, come molti hanno già detto, è dovuto a tre fattori: 1) la sfiducia crescente e un pò tafazziana (più di un terzo degli elettori potenziali della SA si sono astenuti, almeno un milione e mezzo); 2) l'antiberlusconismo, che ha determinato il passaggio al PD di almeno un quinto (circa ottocentomila voti) degli elettori potenziali (è interessante notare che il PD perde sicuramente a destra i voti dell'ala teodem della Margherita: infatti il vantaggio in voti del PD si riduce a 160.000 e l'incremento di coalizione è dovuto essenzialmente a Di Pietro; ma è anche vero che, nei comuni dove il voto era per coalizione, questi elettori tornano a dare fiducia alla SA); 3) la follia di consistenti strati operai e popolari (non meno di sette/ottocentomila) che hanno votato lega (l'aumento in voti dei bossiani è stato di oltre tre milioni). Si può aggiungere l'inutile trasmigrazione verso critici e ferrandiani, che insieme totalizzano trecentomila voti (tuttavia, quanti ne sarebbero bastati per raggiungere il quorum almeno alla camera).
Cominciare ex novo significa allora ricostruire una organizzazione politica di massa, di sinistra, unitaria. Significa rinnovare la gran parte del ceto dirigente attuale ai vari livelli. Significa riprendere una rapporto con le persone normali, nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nelle strade. Significa abbandonare ogni inutile riferimento identitario utile solo a fare da scudo per pericolose sopravvivenze di questo o quello (non credo che abbiano votato Lega o PD perché non hanno più trovato la falce e il martello!). Significa affrontare la prioritaria difesa dei deboli in un quadro che non ci impedisca di comprendere le tensioni che esistono (sicurezza, balordaggini varie, egoismi camuffati) e di affrontare queste tensioni per superarle, senza alcun atteggiamento di sufficienza che si limiti ad ignorarle. Significa recuperare un rapporto diretto e organizzato con quelle centinaia di migliaia di persone che abbiamo visto protagoniste di scelte condivise e importanti (movimenti, iniziative territoriali, voto alle primarie, eccetera). E ripartire da lì.
Se è per fare questo, sono del tutto disponibile. Chi intendesse ripartire dal vecchio con l'illusione di ricostruire sulle macerie, a mio parere si assumerebbe la responsabilità di anteporre la sopravvivenza di pezzi di gruppo dirigente all'unico processo in grado consentire di avere ancora nel paese una sinistra.
Molti dicono che non siamo stati vicino ai lavoratori delle fabbriche. Io credo che se fossimo stati più vicini a loro, avremmo scoperto che non gli frega più nulla di pace, ambiente, giustizia sociale, lotta al precariato. Questa gentevuole solo una vita dignitosa, ma non si rendono conto che è la stessa cosa di avere pace, ambiente e giustizia sociale.
Il problema è che con il consumismo e l'individualismo inculcato in tutti questi anni, tutti hanno perso il senso della Solidarietà e quindi riconsocono bene i disagi che noi vogliamo risolvere, ma non comprendono per nulla le nostre categorie concettuali.
Comunque è evidente che in Italia, quando le cose vanno molto male, la destra populista avanza (primo e secondo dopoguerra). Quando le cose vanno bene, la cultura sociale si eleva insieme a quella della solidarietà.
Dopo aver visto Vendola all'Infedele, ho capito che forse possiamo farcela a venir fuori da questo incubo.
Scritto da: Regio | 18 aprile 2008 a 16:27