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LIBRI.
Titolo: Mi chiamavano montanaro.
Autore: Alex Bellini.
Prezzo: € 16,60.
Anno: 2007.
Editore: Longanesi.
Collana: I libri del mare.
Avete mai sentito parlare di Alex Bellini?
Forse no, ma si tratta niente meno che del primo italiano che è riuscito ad attraversare l’oceano Atlantico a remi a bordo della propria “Rosa di Atacama II”, un attrezzatissimo gioiellino galleggiante di 7,5 metri di lunghezza e 1,8 di larghezza.
Anche in seguito a due tentativi falliti, la seconda volta andando addirittura ad impattare contro gli scogli di Formentera distruggendo completamente l’imbarcazione e procurandosi alcune ferite, il ragazzo di Aprica (località montana in provincia di Sondrio) non si arrende e dopo una dura preparazione fisica e con l’aiuto di alcuni sponsor, il 18 settembre 2005 riparte con tanto entusiasmo da Genova alla volta della lontana costa brasiliana.
La traversata di Alex assume sempre più importanza e ad un certo punto del viaggio viene ufficialmente legata a “Nuovi Orizzonti”, una ONLUS italiana impegnata nell’accoglienza dei “meninos de rua”, ovvero bambini brasiliani orfani o abbandonati e quindi privi di una casa in cui vivere. Tale ONLUS, grazie all’impresa di Bellini e grazie anche all’altrettanto importante aiuto della Lega femminile di pallavolo, di alcuni sponsor e delle migliaia di persone che seguivano quotidianamente su internet le gesta del nostro avventuriero, riuscirà a raccogliere quasi 60.000 Euro.
Le difficoltà e le condizioni estreme con cui Alex ha quotidianamente a che fare sono numerose, dai ribaltamenti della barca a causa del mare mosso (circostanze nelle quali rimane chiuso per ore e ore nella propria cabina di circa due metri per due), ai disturbi fisici ed anche all’esaurimento delle proprie scorte di cibo, situazione, quest’ultima, che lo porta una prima volta a chiedere disperatamente aiuto ad alcune navi di passaggio, ed una seconda ad arrivare stremato dalla fame nel piccolissimo arcipelago di San Pietro e San Paolo (distante circa 900 miglia dalla meta), ovvero “una manciata di metri quadrati di Brasile” abitata soltanto da alcuni ricercatori che conducono importanti studi di geologia e biologia marina.
Nonostante ciò, il nostro impavido valtellinese non demorde e dopo 226 giorni che segneranno sicuramente la sua vita, giunge il 2 maggio 2006 sulla spiaggia di Fortaleza dove trova ad attenderlo parenti, amici, giornalisti ed anche importanti autorità locali.
Sono tante le cose che questo libro ci insegna. Alex ci fa infatti capire che quando si ha determinazione e forza di volontà si può ottenere ogni cosa, che non bisogna mai arrendersi finché c’è un barlume di speranza e che lo spirito di sopravvivenza di cui ognuno di noi è dotato può farci superare qualsiasi situazione impervia.
“Mi chiamavano montanaro” è, insomma, un testo estremamente scorrevole, che non annoia mai, che non finiresti più di leggere e che quando arrivi alla fine ti auguri di poter trovare presto in libreria il racconto di una nuova avventura di questo impavido autore, ma è anche uno di quei classici diari di bordo che fanno sognare e che trasmettono al lettore sia la voglia di uscire dal proprio guscio che la necessità di credere in un qualcosa che potrebbe, un giorno, cambiare radicalmente e positivamente la propria vita.
By Giamma
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