Di Eugenia Romanelli
E' l'azzurrino chiaro che fa la differenza. A frugare nelle tasche degli italiani non sono i rincari bensì le nuove edizioni.
Lo abbiamo verificato a Roma, tra i banchi dei volumi usati al lungotevere Oberdan, storico appuntamento per chi vuole risparmiare. Un esempio? Immagini della biologia , di Campbell e altri, ha la copertina diversa rispetto all'anno scorso ma all'interno i contenuti sono identici. Fuori cambia il sottotitolo: "Anatomia e fisiologia del corpo umano" è diventato "Il corpo umano", dentro cambiano le numerazioni dei capitoli, quindi il numero di pagine corrispondenti ai contenuti nell'indice. Risultato: quando un professore cita una pagina lo studente che non ha aggiornato l'edizione non la trova. Tanto vale comprare un testo aggiornato.
«La situazione è allucinante - spiega Stefano Benda, del banco n.2 - lo stesso autore firma 15 versioni diverse dello stesso testo. L'editore si limita a spostare i capitoli, a cambiare il colore della copertina e il codice a barre esterno, quello che poi i professori indicano per individuare il libro da comprare. Per esempio il libro di Luperini, La scrittura, l'interpretazione (Palumbo Editore), dopo la prima edizione in blu, ha pubblicato una versione gialla, poi arancione, rossa, verde e azzurrino chiaro. Stessi identici contenuti». Uno dei più anziani dell'Associazione Librai Lungotevere Oberdan denuncia: «I rappresentanti delle case editrici regalano i libri ai professori in Italia è tutta una mafia. Ragioniamo: la scuola è un obbligo, le grandi case editrici si sono comprate tutte le minori, è naturale che si spartiscano il mercato appoggiati dalle parti politiche. Mondadori, Rcs, e Zanichelli, il più torbido, fanno accordi coi partiti. Nel 1996 hanno tirato fuori un decreto con cui hanno cambiato i periodi della Storia: ogni anno di scuola prevedeva nuovi programmi ed ecco che tutti gli editori hanno potuto stampare nuovi libri e vendere di più».
Il punto non è l'aumento del prezzo dei libri scolastici ma la diminuzione del potere di acquisto: «Sì, ma la gente non può più risparmiare sui libri - continua Benda - nonostante alcuni siano addirittura diminuiti perchè il mercato dell'usato viene boicottato. Qui a Roma noi non riusciamo a soddisfare i nostri clienti, a piazzare i volumi, perché non fanno in tempo a diventare usati. Passato l'anno scolastico i testi non sono più utilizzabili, o meglio, i ragazzi non li vogliono.
Ma sono gli italiani che sono stupidi: se volessero davvero imparare, non verrebbero qui con un numero di codice ma con i contenuti da studiare. L'unico modo per intercettare questa deriva è dal basso: parlare con le persone, farle ragionare».
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