E' sfinito, papà Englaro. E sperava che il penultimo atto della tragedia che riguarda sua figlia si compisse senza clamore, nel rispetto di quella privacy che si invoca molto spesso a sproposito.
Non sarà così, nemmeno questa volta. Ieri pomeriggio, probabilmente confidando nel silenzio, ha chiesto alla direzione della clinica di Lecco, dove Eluana è ricoverata in come vegetativo da 17 anni, le dimissioni della ragazza per il trasferimento nella nuova struttura protetta (dovrebbe essere "La Quiete" di Udine).
La notizia, invece, è trapelata - certamente nel tentativo di bloccare il trasferimento, come è già successo una volta - e c'è da scommetere che quella di oggi per Beppino Englaro sarà una nuova, ennesima via crucis.
Politici privi di scrupoli avranno da blaterare, accusare, infangare, ma, per fortuna, hanno sempre meno frecce al loro arco: dopo la sentenza del Tar Lombardia, l'ultima di una lunga serie che ha dato ragione in tutto e per tutto alla famiglia Englaro, papà Beppino e la moglie Sati hanno avviato gli ultimi atti necessari a rispettare quella che è la volontà della figlia, che mai - diceva - avrebbe voluto vivere così, confinata in un letto senza la minima possibilità di recupero. Forse Eluana è già nella sua nuova, ultima casa. Per favore, lasciatela andare in pace.
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