La voce circolava da tempo. In via ufficiale, però, non l'aveva ancora detto nessuno: "Enia sottrae le coperte ai senzatetto che dormono sotto la Pilotta". Parla chiaro Marco Ablondi, Rifondazione comunista, che per la prima volta porta la questione in consiglio Comunale: "I dipendenti della ex municipalizzata - dice - continuano a togliere i plaid, per altro ben piegati e riposti in un angolo, appartenenti ai senza-fissa-dimora".
Finora c'era stata solo la denuncia di qualche associazione, mai l'avallo di un consigliere: "Sono quelli di Enia, a volte accompagnati dalla polizia municipale - ribadisce Ablondi al telefono - a portar via le coperte". Durante l'assemblea cittadina, lunedì pomeriggio, l'esponente di Rc aveva avuto giusto quei minuti per una 'comunicazione urgente'. Ora però aggiunge polpa alla polemica: "L'inverno è alle porte - dice - il clima è già rigido e le piogge di questi giorni non sono di sollievo a chi è costretto all'addiaccioi". In via Varese e in via Argini, oltre che sotto le arcate di piazzale della Pace, i giacigli improvvisati secondo Ablondi. "Non sono mai stato presente - precisa il consigliere - ma so che più di una volta i dipendenti Enia, cioè impiegati di un ente pubblico, sono passati alle 5 del mattino per sottrarre i plaid a chi dorme in Pilotta".
Nessuna novità, aggiunge poi Ablondi, sul fronte dormitori: "Pochi giorni fa il Comune ha aperto quello di strada Santa Margherita, che conta 24 posti. L'amministrazione cittadina aveva garantito che avrebbe messo a disposizione un edificio in via Venezia, ma al momento la promessa è rimasta lettera morta". Silenzio pure sui bungalow di via Montebello, aggiunge il consigliere di Rifondazione: "Alcune settimane fa avevo proposto che le casette di legno venissero usate per accogliere i senzatetto. Il Comune non ha assunto nessuna posizione in merito, così molte persone continuano a rifugiarsi da abusivi in quelle piccole costruzioni".
Non vanno meglio le cose - a sentire il comitato Pro Oltretorrente - di qua dall'acqua. Stavolta è la mensa di Padre Lino a preoccupare: "Quello storico servizio - dice Monia Cocconi, presidente del coordinamento - sta vivendo da mesi una grave situazione di difficoltà nel silenzio e nell'omertà collettiva, nessun aiuto è venuto dal Comune". Nel mirino del Comitato i lavori in corso in strada Imbriani: "A causa della mutata viabilità della zona - prosegue la Cocconi - la mensa di padre Lino è diventata inaccessibile ai fornitori e ai volontari". Una sorta di 'embargo' alle tavole dei poveri. "Non solo il Comune non batte colpo su questo grave disagio, ma le mette anche i bastoni tra le ruote con interminabili lavori di riqualificazione". Non che in futuro le cose siano destinate a migliorare, prosegue il Comitato. In borgo Bosazza e dintorni - sempre in zona via Imbriani - è infatti stata già istituita una Zona a traffico limitato: "Abbiamo già parlato con l'assessore Mora, il quale ha opposto un fermissimo 'no' alla nostra richiesta di agevolare i commercianti, anche loro penalizzati, evitando l'introduzione della Ztl. L'esponente della giunta comunale è stato irremovibile". Sulle questioni trattate abbiamo cercato il parere dell'assessore al Welfare Lorenzo Lasagna, che per impegni di lavoro è però assente. La replica dovrà quindi attendere.
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