di Laura Pavesi
In seguito al sequestro preventivo di 6 reparti altamente inquinanti dell’ILVA di Taranto (i parchi minerali, la cockeria, gli altiforni, le acciaierie, l’agglomerazione e il deposito di materiale ferroso) e l’ordinanza di arresto per otto persone (tra cui il patron dell’ILVA, Emilio Riva di Brescia) disposto dal Giudice per le Indagini preliminari, Patrizia Todisco, l’Associazione Medicina Democratica (MD) ha diffuso un interessante comunicato stampa di sostegno alla decisione del GIP nel quale affronta anche il delicato problema del 'ricatto occupazionale'.
Attraverso il recente comunicato MD “ritiene di dover prendere una posizione chiara e netta di appoggio alla decisione del GIP Patrizia Todisco di procedere al sequestro preventivo degli impianti in alcuni reparti della produzione “a caldo” altamente inquinanti per l’ambiente esterno.
Secondo l’Associazione “è il risultato, questo, di anni della volontà di profitto da parte delle direzioni aziendali che supera qualsiasi interesse per la salute e la vita dei lavoratori e dei cittadini: i dati sono impressionanti, i morti e i malati si contano a migliaia”.
Medicina Democratica (MD) - nata nel 1978 come cooperativa e costituitasi come associazione onlus nel 2003 - si occupa da sempre di salute pubblica e salubrità dei luoghi di lavoro, facendo inchieste e rivendicando l’applicazione delle leggi che riguardano sicurezza e salute.
La caratteristica peculiare di MD è quella di essere un’organizzazione formata da medici, ricercatori e tecnici della prevenzione e della sanità, insieme a cittadini e utenti del Servizio Sanitario Nazionale.
Tra i suoi fondatori si annovera il prof. Giulio Maccacaro, già direttore dell’Istituto di biometria e statistica medica dell’Università di Milano, che per primo - negli anni ’70 - divulgò in Italia l’epidemiologia, disciplina scientifica fondamentale per la ricerca e la definizione delle cause che determinano morbilità e mortalità in un territorio.
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