E' davvero inopportuno impostare una campagna elettorale facendo a gara
su chi abbasserà di più le tasse, enunciando proposte clamorose o
reiterando promesse mai mantenute. Attraverso la propria competizione
interna, la destra contrappone il populismo della pancia di Berlusconi
alla altezzosa sobrietà del professor Monti. Ricette molto diverse, ma
che sono unite dal denominatore comune di non mettere in discussione
l'attuale modello economico-sociale imposto dai potentati finanziari che
dopo aver generato questa crisi, pretende di farla pagare in toto a chi
non solo non l'ha causata, ma nemmeno dispone di risorse per
affrontarla.
Il rigore e l'austerità del Patto di Stabilità imposto dall'Europa,
strozza l'economia quotidiana dello Stato poichè da un lato tartassa le
famiglie e il lavoro attraverso una imposizione fiscale insostenibile e
dall'altro impedisce ai Comuni di spendere le risorse incamerate per
garantire i servizi, le manutenzioni e realizzare gli investimenti. In
questo modo non c'è lavoro, si abbassa il reddito delle famiglie e di
conseguenza anche il gettito fiscale; i servizi vengono tagliati proprio
mentre il bisogno aumenta per effetto delle nuove povertà dilaganti.
I Comuni, che sono il terminale dello Stato sul territorio, non ce la fanno più. Da assessore al bilancio di un Comune medio-piccolo, sto sperimentando direttamente come negli ultimi cinque anni i trasferimenti dallo Stato e dagli altri enti si siano ridotti quasi dell'80%, mentre nello stesso periodo le imposte locali sono aumentate del 50%; ma questo nuovo gettito è in buona parte bloccato dal patto di stabilità. Riduciamo i servizi, limitiamo la manutenzione delle strade e non riusciamo a realizzare nuove opere. Il bilancio del Comune sembra sempre più una trincea di guerra.
Da questa situazione non si esce nè con le piazzate di Berlusconi e nemmeno con l'austerità di Monti. Occorre invece avere il coraggio di cambiare il modello di società, applicando semplicemente i principi della nostra Costituzione, a partire da: "L'Italia è un Repubblica fondata sul Lavoro" e "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva". Solo ricominciando dal lavoro e sostenendo le imprese che mettono al centro il lavoro, possiamo far ripartire l'economia. Solo tassando le speculazioni e recuperando risorse da chi le ha sottratte al fisco, si può abbattere la pressione fiscale. Non ci sono bacchette magiche.
Sinistra Ecologia Libertà propone di realizzare un modello economico-sociale e culturale che sia davvero orientato alla qualità della vita delle persone, in alternativa a quello economico-finanziario che attraverso la misurazione dello spread influenza le scelte politiche degli Stati. E' fondamentale garantire ai giovani cultura e istruzione, che sono i pilastri fondamentali per emanciparli dai modelli consumistici promossi dal Berlusconismo e da quelli classisti imposti dal'establishment finanziario che sostiene Mario Monti. E' questa la partita da giocare.
Mirko Reggiani
candidato al Senato della Repubblica
per Sinistra Ecologia e Libertà
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