di Roberto La Pira
Il Barilla Center food Nutrition terrà, la settimana prossima a Milano, un Forum sugli sprechi alimentari e per l’occasione ha invitato alcuni relatori nazionali e internazionali. Il tema è interessante ma purtroppo la questione viene presentata dicendo che:
“Il 42% degli sprechi alimentari avviene nella fase di consumo domestico: gettiamo ogni anno 108 Kg a testa di cibo in Italia, 110 Kg in Gran Bretagna e 99 Kg in Francia.”
Interpretando correttamente il testo vuol dire che una famiglia di 4 persone getta nella pattumiera di casa 432 kg di cibo ogni anno!
Si tratta di una tesi assurda che nessuna persona di buon senso può immaginare. Questi numeri esagerati sono stati supportati anche da personaggi illustri, ma sono privi di qualsiasi fondamento, non esistendo alcuna indagine sul campo.
L’unica ricerca seria realizzata in Italia è firmata dalla Fondazione Sussidiarietà, attraverso il panel della Nielsen composto da 6.000 famiglie, per cui lo spreco domestico rappresenta l'8% della spesa. Lo stesso Andrea Segrè in un’intervista rilasciata al nostro sito, per giustificare l’ammontare di speco italiano che secondo lui si attesta intorno al 27%, parla di stime europee e di valutazioni complessive di qualche anno fa, ma non chiarisce la metodologia alla base della formulazione di questi valori.
Pochi mesi fa anche Luca Virginio del Centro studi della Barilla (BCFN) ci ha scritto ammettendo che i dati riportati nel volume pubblicato recentemente dal BCFN (dove si parla di sprechi domestici riferendo valori variabili dal 42 al 27%), sono da rivedere, lasciando intendere che forse c'è un po' di superficialità.
Una cosa è certa né Barilla, né Segrè entrano nei dettagli della metodologia seguita.
Lo ribadiamo: l'unica ricerca condotta in Italia specificatamente su questi temi con una metodologia chiara è stata realizzata nella primavera del 2012 dalla Fondazione Sussidiarietà ed è firmata da Marco Melacini, Paola Garrone e Alessandro Perego del Politecnico di Milano (“Dar da mangiare agli affamati”).
Secondo il testo lo spreco alimentare complessivo considerando la ristorazione delle collettività, quella commerciale e domestica ammonta al 16%, e in particolare lo spreco domestico si aggira intorno all'8%.
Qualcuno dice che i metodi sono diversi ma tra il 27 e l'8% c'è una differenza incolmabile. È inutile fare il confronto con i numeri di Barilla. Forse sarebbe il caso di rivedere i calcoli per evitare brutte figure al buon nome del centro BCFN, che consideriamo uno dei pochi laboratori di studio sulla materia.
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