Il premier Monti e i ministri dello Sviluppo Economico, dell'Ambiente, del Lavoro e della Salute incontreranno i sindacati, gli amministratori locali e i rappresentanti dell'Ilva per discutere del contenuto del decreto che consentirà la riapertura dell'impianto siderurgico pugliese e la conseguente ripresa dell'attività.
Il decreto, atteso per domani, si pone l'obiettivo di bilanciare due istanze contrapposte che lo stesso ministro Clini sintetizza nel "tenere assieme la protezione della salute degli abitanti di Taranto e la difesa di migliaia di posti di lavoro senza i quali il quadro sociale può diventare drammatico". Per 24 mesi a decorrere dall'entrata in vigore del decreto, l'Autorizzazione Integrata Ambientale - già rilasciata il 26 ottobre all'Ilva - di fatto già autorizza la fabbrica alla prosecuzione dell'attività.
"Non è un decreto salva-Ilva. Vogliamo creare le condizioni per cui le prescrizioni ambientali e a tutela della salute contenute nell'Autorizzazione integrata ambientale e il piano di interventi presentato dall'Ilva da noi approvato vengano attuati", ha dichiarato il ministro Clini. Il ministro ha anche sottolineato come spetti all'azienda effettuare gli investimenti necessari per il risanamento del territorio: "L'Autorizzazione integrata ambientale prevede un programma
di interventi che dovrebbe durare poco più di due anni che comporterà investimenti da parte dell'azienda di circa 3 miliardi di euro e che alla fine consentirà di avere a Taranto un'industria pulita e tecnologicamente avanzata".
Disaccordo con i magistrati. Con il sequestro dell'area a freddo dell'Ilva, ha proseguito il ministro Clini, "la magistratura di fatto ha creato le condizioni per la chiusura degli impianti, ovvero le condizioni per rendere impossibile il piano di risanamento ordinato dal governo. Quello che ci aspettavamo che avvenisse da lunedì - continua Clini - era l'avvio degli interventi da parte dell'azienda, e invece c'è
stato il sequestro dell'area a freddo". Il sequestro dell'area a freddo, però, conclude il ministro, "ha provocato quello che abbiamo visto". Clini ha poi sottolineato che il governo vuole che "il risanamento parta subito e sia rapido" e che "in 24 mesi gli impianti a caldo vengano risanati" per "garantire la produttività e la tutela della salute e dell'ambiente".
Secondo indiscrezioni, quando arriverà la richiesta di dissequestro da parte del governo, la Procura di Taranto potrebbe ricorrere alla Corte Costituzionale.
Intanto a Taranto non avranno luogo manifestazioni degli operai. Dopo la tromba d'aria di ieri che ha causato gravi danni agli impianti, proseguiranno oggi le ricerche dell'operaio disperso.
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