DALLA TAV IN VALSUSA ALL’INCENERITORE DI PARMA
Grandi opere, interessi economici e mercati
da Mirkoreggiani.it
Per realizzare le opere pubbliche, lo Stato ha bisogno di soggetti privati che investano i loro capitali. Questi soggetti sono disponibili a mettere i loro soldi solamente per opere che possano consentire ingenti profitti e pertanto impongono le soluzioni più costose, spacciandole per le uniche possibili. In pratica, le scelte strutturali dello Stato sono determinate dai potentati economici che poi si fanno carico di realizzarle; ma così facendo, accade che le persone vengono chiamate a soddisfare le necessità di funzionamento delle infrastrutture, per giustificarne la realizzazione; invece si dovrebbero costruire le infrastrutture per migliorare la qualità della vita dei cittadini, partendo dai loro bisogni.
Questo discorso vale per la TAV, per il Ponte sullo Stretto, così come per l’Inceneritore di Parma. Il meccanismo è sempre quello di promuovere una infrastruttura sostenendo che è fondamentale per il miglioramento della vita dei cittadini, nascondendo quali sono le soluzioni alternative, che quasi sempre ci sono, ma che costano molto di meno e quindi non consentono di realizzare profitti da parte di chi le costruisce.
L’inceneritore è certamente una efficace soluzione per eliminare il rifiuto residuo di Parma; ma è anche la più efficiente? Tutte le altre soluzioni sono state scaratate perché considerate impraticabili; ma guarda caso non esistono studi comparativi, ed è stata scelta proprio la soluzione più costosa, quella che garantisce maggiori profitti per chi l’ha messa in piedi.
Alla TAV in Val di Susa non c’è alternativa se si assume che occorre assolutamente viaggiare da Torino a Lione in sole due ore. Se invece si ragionasse in termini di costi effettivi e benefici effettivi per la collettività, si scoprirebbe che si tratta di un’opera decisamente antieconomica e che esistono altre opportunità e priorità di sviluppo per il benessere della collettività.
Allo stesso modo, all’Inceneritore di Parma non c’è altrnativa se si assume che il rifiuto residuo non calerà aldisotto del 44% e che deve essere smaltito per forza di cose a Parma. Se si ragionasse su scala regionale, si scoprirebbe che con lo stesso costo dell’inceneritore di Parma si potrebbe portare la raccolta differenziata dell’intera regione all’85% ed a mettere in discussione anche gli altri inceneritori.
La democrazia, a differenza del mercato, è un luogo dove non prevale il più forte, ma prevale la maggioranza nel rispetto della minoranza. Il mercato non prevede questo, perché nel mercato prevale il più potente a danno di tutti gli altri. Ribaltare questo sistema politico-economico è la vera sfida del terzo millennio.
Una Italia e una Europa migliore passano necessariamente da questo percorso.
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